Jalal al-Din Rumi |
Alcuni testi turchi relativi all’ordine Mevlevi riferiscono di viaggi e periodi di soggiorno in Egitto di membri della confraternita, in tempi molto antichi, facendovi supporre una loro presenza già prima della conquista Ottomana. I Mevlevi, già nel sec. XVI insediati nel Mausoleo di Hasan Sadaqa e nei vicini ambienti della Madrasa, ebbero, nel 1607 d. C. (1016 dell’egira) in donazione dal principe Yusuf Sinan, tutta l’area occupata dai resti del complesso architettonico di Sunqur Sa’di e del palazzo Yazbak. Gli edifici, come è stato possibile appurare dalle ricerche archeologiche, erano in uno stato di abbandono e di rovina. Per un certo tempo, i Mevlevi, si limitarono ad utilizzare l’area nelle parti agibili così come era stata loro donata. Il sama’, la danza rituale, veniva svolta nell’iwan di fianco al Mausoleo. Della Madrasa, ridotta ormai a rudere nei lati est e nord, venivano utilizzati gli ambienti accessori e le celle intorno al cortile centrale. Le ristrutturazioni e le integrazioni che dettero al complesso architettonico Mevlevi il suo aspetto finale, vennero effettuate molto più tardi, tra il sec. XVIII e il XIX, grazie ad ulteriori donazioni ricevute e, in alcuni casi, all’interesse delle stesse autorità governative. Il Complesso architettonico dei Dervisci Mevlevi, sviluppatosi nell’area intermedia fra i resti della Madrasa di Sunqur Sa’di e quelli del palazzo Yazbak, adattò quanto era utilizzabile dei preesistenti monumenti alla nuova funzione, sviluppando una nuova ala su Shari es-Siyufiyah e dando al convento un ingresso diretto sulla strada. I Mevlevi si ispirarono alla disposizione planimetrica ed alle caratteristiche architettoniche della casa-madre di Konia e di altri complessi convenzionali dell’ordine. Al centro di questo impianto architettonico, uno dei pochi al mondo ancora integro nei suoi vari settori, è disposta la sama’khana, l’elemento centrale dell’area cultuale. |