Nell’ambito delle proprie attività di ricerca di materiali e tecniche applicabili al restauro e all'archeologica, indubbiamente, uno dei problemi più complessi affrontati dal “Centro” è stato l’eliminazione dell’umidità di risalita capillare nei muri dei monumenti antichi.

I danni prodotti, su strutture murarie ricche di sali, dall’umidità di risalita capillare agevolata dalle alte temperature locali, costituiscono un problema ormai ben noto per i monumenti dell’Egitto.

La gravità del fenomeno, nei processi di deterioramento causati sulle strutture litiche, scientificamente puntualizzato sin dal 1915 dal noto fisico A. Lucas, fu evidenziata anche dall’architetto Achille Patricolo  proprio nel corso dei lavori effettuati dal Comitè sul mausoleo di Hasan Sadaqa nel 1915-19. Tale problema si è acuito sempre più nel tempo e oggi, per l’incremento demografico e per i mutamenti ambientali e climatici, è diventato drammatico in tutti monumenti egiziani e, nei centri storici, per le condizioni di degrado igienico, è un problema gravissimo per la salute stessa degli abitanti.

Nel 1988, a seguito degli interventi e dei positivi risultati raggiunti nelle opere di deumidificazione della sama'khana, si ritenne di dover procedere, sulla base degli studi e delle esperienze effettuate, ad una un'opera di sbarramento dell'umidita' di risalita capillare anche nelle strutture della madrasa e del mausoleo con un progetto di taglio alla base dei muri e di inserimento, nel punto in cui il taglio veniva gradualmente eseguito, di uno strato impermeabile per tutto lo spessore del muro. Si trattava di un progetto che fu anche proposto, quel medesimo anno, per la deumidificazione della grande Sfinge di Giza; l’intervento sulla madrasa, avrebbe potuto costituire una base di esperienza dimostrativa per il progetto stesso della Sfinge. La difficoltà maggiore alla sua immediata realizzazione fu dovuta al fatto che, proprio dal 1988, l’Associazione C.F.P.R. si trovò in gravissime difficoltà economiche e l’intervento previsto richiedeva una rilevante spesa per attrezzature e materiali. Soltanto nel 1992, grazie alla generosità della società “Ansaldo”, fu possibile acquistare delle attrezzature che furono adattate alle esigenze tecniche del progetto. L'intervento, infine, fu eseguito per la prima volta nel giugno dello stesso anno sui muri del mausoleo di Hasan Sadaqa  e, dopo il terremoto dell’ottobre ’92, in considerazione dei soddisfacenti risultati raggiunti anche ai fini del consolidamento statico, l’intervento proseguì gradualmente su tutto il mausoleo e la madrasa. 

Tale tecnica, introdotta con successo in Egitto, viene oggi applicata anche con la consulenza del "Centro" in altri monumenti ed edifici di ogni epoca, sia da missioni di restauro che da imprese locali. La diffusione delle tecniche, basate su una attenta ricerca scientifica, cosi' come le attivita' di restauro e formazione del "Centro",  costituiscono un contributo alla continuita' dell'impegno italiano per il recupero e la conservazione del patrimonio monumentale e dell'identita' culturale dell'Egitto.